Associazione Culturale Bottega del Bon Fresco
La Bottega del Bon Fresco
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Scrivere la biografia di Massimo Callossi ha portato a mettere in evidenza la difficoltà nel delineare una successione temporale degli eventi,
poiché spesso nello stesso momento si sono susseguiti e sono stati realizzati più progetti.
Ciò a dimostrazione del fatto che la pittura sia stata portata avanti come un mestiere, come accadeva in passato.
Per tale motivo la produzione artistica di Callossi si presenta complessa ed articolata: allo studio ed alla progettazione degli
affreschi si affianca lo studio della pittura dal vero con la realizzazione di dipinti presentati durante la partecipazione a mostre collettive e personali.
Nato nel 1955 a San Giovanni Valdarno, Callossi intraprende il percorso artistico intorno alla fine degli anni Sessanta entrando in contatto con i pittori
Renzo Grazzini e Graziano Marsili; sarà quest’ultimo ad avviarlo ed avvicinarlo ad un primo approccio dello studio della pittura dal vero.
Unitosi al Marsili e ad altri pittori, compie un viaggio nei luoghi dell’Etruria (tra i quali Pitigliano, Tarquinia) per dipingere dal vero scorci di
paesaggio; da questa esperienza ne resterà fortemente affascinato tanto da approfondire questo tipo di studio negli anni successivi.
La pittura dal vero, quindi, diventa l’elemento costante intorno al quale si svilupperà il lavoro di Callossi.
Decisivo è l’incontro con il pittore Pietro Annigoni nel 1969, avvenuto grazie a Don Dino Poggi, amico di famiglia dei Callossi e parroco della Chiesa a
Castagno d’Andrea, affrescata dallo stesso Annigoni verso la fine degli anni Cinquanta. Inizia così nei primi anni Settanta a frequentare lo studio del Maestro
in Borgo degli Albizi; luogo dove compie un vero e proprio apprendistato imparando la tecnica per la "gessatura" delle tele ed i procedimenti per
montare i dipinti su tela e tavola.
Nel frattempo però, a casa continua ad esercitarsi nel disegno per poi mostrare i suoi lavori ad Annigoni; il quale, intuendo le sue
capacità pittoriche, lo consiglia di frequentare lo studio del pittore Romano Stefanelli.
Siamo nel 1972/73 e Stefanelli ha in Sant’Egidio uno studio già avviato, è nel pieno della sua attività e questo ambiente si presenta a Callossi come una realtà
dinamica, capace di trasmettergli nuove opportunità artistiche.
Negli anni successivi si instaura tra Callossi e Stefanelli uno stretto sodalizio che li
porterà a realizzare insieme importanti cicli di affreschi.
È riduttivo, però, definire tale rapporto con l’appellativo allievo/maestro, poiché si instaura una vera e propria collaborazione finalizzata alla
ricerca e alla sperimentazione di nuovi materiali "calce" per prolungare il tempo di esecuzione dell’affresco e ridurne le giornate (cioè le
porzioni di intonaco dipinte volta volta dal pittore); ridurne le "tagliate" comporta quindi la realizzazione di una pittura meno frammentata.
A tale proposito sarà fondamentale la conoscenza acquisita da Callossi durante gli anni giovanili nella ditta edile del padre.
Intanto nel 1976 viene inaugurata la sua prima mostra personale al Circolo delle Cinque Vie a Firenze dove presenta le sue prime opere
caratterizzate da soggetti allegorici con valenze simboliche e paesaggi fantastici; a questa faranno seguito altre esposizioni in varie città, anche al
di fuori della Toscana.
Contemporaneamente alla sua partecipazione alle rassegne artistiche, inizia a progettare e a dipingere i primi cicli di affreschi insieme allo Stefanelli.
Risale al 1978 il primo affresco realizzato nella Chiesa di Santa Maria a Torri nel Comune di Rignano, raffigurante la Crocifissione.
I successivi anni Ottanta e Novanta sono caratterizzati dal susseguirsi di importanti affreschi realizzati nell’Abbazia di Montecassino dove viene
affrescata la volta del coro con scene raffiguranti le predicazioni di San Benedetto, di San Paolo e San Giovanni Battista; poi seguono le pitture
nella Chiesa di Santa Maria Assunta a Quarrata, con le raffigurazioni dell’Assunzione della Vergine, Resurrezione, Crocifissione,
Natività, Martirio di Santo Stefano e Cena in Emmaus.
Sempre a Quarrata, nella frazione di Buriano, vengono dipinti in affresco alcuni episodi della Via Crucis nel chiostro della Chiesa di San Michele e
infine, nella Cappella all’interno della casa famiglia O.A.M.I viene affrescata l’Ultima Cena.
Sono da ricordare anche le pitture realizzate nella Chiesa di Santa Maria a Massarella dove, tra il 1983/84, viene dipinta la Crocifissione e nel 1990 la
Resurrezione e la Natività; oltre agli affreschi che decorano interamente la Cappella della Madonna del Buon Consiglio nella parrocchiale di San Michele
Arcangelo a Ponte Buggianese. Nelle vele della volta a crociera vi sono raffigurati i quattro Evangelisti, mentre nelle pareti laterali vi è dipinto il
popolo di Ponte Buggianese e ritratto sullo sfondo il paesaggio del Padule.
Nonostante i diversi cantieri avviati, Callossi non abbandona lo studio della pittura tanto da giungere nel 1989 a compiere un passo significativo che
influenzerà tutta la sua produzione successiva.
Difatti è in questo periodo che scopre il "vero" Padule, diventando il luogo prediletto per lo studio
delle prospettive, delle luci con i suoi particolari scorci.
Callossi, in questi anni, aveva già dipinto in zone limitrofe al Lago di Massaciuccoli, a Torre del Lago e al Padule, restando però sempre in zone marginali;
luoghi, questi, caratterizzati dalla presenza di case, ruderi, capanni, barchini dove era visibile l’intervento dell’uomo.
Addentrandosi quindi all’interno del Padule, Callossi si trova di fronte un paesaggio di povertà estrema, un paesaggio dominato dalla sola natura; non ci sono
più strutture architettoniche da scegliere come soggetti per la pittura.
È una sfida continua per individuare la tecnica pittorica più congeniale per
rappresentare la natura nella sua essenza; quindi ai soggetti di natura simbolica e fantastica fino ad ora raffigurati nei dipinti, seguono scenari di paesaggio
ritratto nella sua realtà.
A questo cambiamento segue, nell’anno successivo, la creazione della prima bottega d’arte denominata "Spazio Immagine", aperta a Montecatini Terme insieme a
Sergio Massagli; pochi anni più tardi, nel 1992, ne verranno aperte altre due: una a Borgo San Lorenzo e l’altra a San Giovanni Valdarno.
Queste tre botteghe si ispirano alle botteghe fiorentine del Rinascimento, intese come centro fondamentale per la formazione artistica, dove alla base di tutto
vi è lo studio del disegno.
Il culmine di questo progetto sarà la realizzazione nel 1999 della "Bottega del Bon Fresco" a Firenze.
Nei primi anni Novanta, Callossi realizza in piena autonomia i primi affreschi nella Villa Mantellassi a Quarrata dove nel salone centrale si trova
raffigurata la scena Ritorno dai campi, nel soffitto con volta a botte di una delle camere da letto è dipinta una scena di angeli, mentre in un’altra
sala della villa sono raffigurate delle bagnanti.
In relazione con l’esecuzione degli affreschi è importante la sua partecipazione nel 1991 alla manifestazione Ludus Città di Gubbio con la personale
Idillio allestita alla Taverna di San Ubaldo perché, oltre ai dipinti, vengono presentate le prime prove di strappi di affreschi di piccole dimensioni
(realizzate sugli embrici) applicate su tavola.
Lo studio di questa tecnica porterà ad interventi di restauro di strappi e stacchi delle pitture murali di
Annigoni, Stefanelli ed altri pittori.
Sempre ai primi anni Novanta risalgono le decorazioni eseguite per le sale di un casale di epoca rinascimentale sulle colline di Reggello, di proprietà della
famiglia Capanni e la raffigurazione con una veduta del Padule di Monsummano nel ristorante Da Salvatore a Montecatini Terme.
Sul finire degli anni Novanta, invece, esegue ad affresco un San Francesco morente per l’altare destro della Chiesa di Santa Maria a Dicomano
in memoria del pittore Paolino Galli.
Prosegue anche la collaborazione con lo Stefanelli che lo porta a realizzare ad Albenga, presso la Chiesa del Sacro Cuore prima il Battesimo di
Cristo negli anni compresi tra il 1998 e il 1999 e poi l’Apparizione di Cristo nei primi del 2000.
A questo importante lavoro seguono altri tre affreschi commissionati dal Comune di Rio Marina per la Sala Consiliare che raffigurano tre vedute
dell’Elba; lavoro realizzato come Bottega del Bon Fresco.
Nel 2006, nella stessa sala verranno dipinte altre tre pitture, una raffigurante i momenti del lavoro legati al territorio dell’isola mentre le
altre due raffiguranti due Santi laici; queste pitture, invece, saranno realizzate insieme allo Stefanelli.
Sempre nei primi anni del 2000, l’architetto Antonella Agresti gli commissiona una serie di decorazioni per la cappella del Casale a Cassi, nei pressi di
Barberino del Mugello e un vasto affresco per il proprio studio; degli stessi anni sono gli affreschi per la Cappella di Monsignor della Casa a Ronta,
realizzati in collaborazione con la Bottega del Bon Fresco.
Nel 2006 Callossi realizza per Monsignor Don Egisto Cortesi un affresco di circa 15 m2 raffigurante "San Josèmaria Escrivà appare al popolo" nella chiesa di San
Michele Arcangelo a Ponte Buggianese nella sala della Sacrestia.
Negli anni tra il 2008 e il 2009 partecipa insieme allo Stefanelli all’esecuzione di un ciclo di affreschi presso il Sacro Convento di
San Francesco ad Assisi nella Sala delle reliquie di San Francesco; le scene prescelte rappresentano sei episodi della vita del Santo: la regola, la morte,
San Francesco e il lupo, San Francesco che dà da mangiare ai lebbrosi, la tonsura, l’assedio di Assisi.
Questo sarà l’ultimo lavoro eseguito insieme allo Stefanelli.
Nel 2011 partecipa al progetto nel Comune di Castelfranco di Sopra per la realizzazione di una mostra itinerante da svolgersi in quattro comuni della regione dal
titolo "Figurazione toscana del '900".
Nel 2012 viene inaugurato l’affresco raffigurante "La Madonna del Vione" eseguito nella parete absidale della Chiesa del Vione tra il 2011 e il 2012;
opera realizzata in memoria di Monsignor Don Egisto Cortesi dal vescovo di Pescia, Monsignor Giovanni De Vivo e dal gruppo pastorale della Chiesa di Ponte Buggianese.
Il soggetto raffigurato si rifà all’idea di Don Egisto di far rappresentare la Madonna che appare al popolo del Vione tra i Santi Padre Pio, Madre Teresa di Calcutta,
Santa Liberata e Santa Faustina, mentre sullo sfondo si intravede il paesaggio del Padule.
Nel 2013 la famiglia Bandinelli (Vania e David) commissiona la realizzazione di un affresco dedicato a San Rocco che viene realizzato in Casentino, nel comune di Castel San Niccolo'.
Nel 2013 viene commissionato da Don Donato, priore del Santuario dedicato a Santa Liberata a Cerreto Guidi un affresco di circa 70 m2 nella parete della controfacciata,
raffigurante "l'Incoronazione della Vergine".
Il ciclo di affreschi nel Santuario di Santa Liberata a Cerreto Guidi inizia nel 2013, "L’incoronazione della Vergine" viene inaugurato nel 2014.
In memoria dell'eccidio del Padule del 1945 "Crocifissione e Deposizione" nel 2015, e nel 2016 la "Resurrezione del Cristo".
Sempre in questo anno parteciperà alla mostra "Figurazione toscana del ‘900" allestita nelle sale del Palazzo comunale di Scarperia, che accoglierà la
mostra nell’ambito del progetto iniziato nel 2011.